Ricerca

La vita: un dono che mi è stato dato da Dio – parole di Sammy Basso

Considerazioni del Dirigente Scolastico

Utente Admin

da Admin

Docente

0

La vita: un dono che mi è stato dato da Dio

Queste parole sono di Sammy Basso, il ricercatore veneto affetto da progeria e scomparso a 28 anni domenica scorsa. Aveva scritto questa lettera nel 2017, con la richiesta che fosse aperta solo al momento della sua morte. Il testo che è un “Inno alla vita” è stato letto durante le esequie dal Vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto.

Da persona con disabilità visiva, non posso che sposare in toto ogni singola lettera di questo testo stupendo e, soprattutto, molto concreto. Quante volte, dalla mia adolescenza in poi, infatti, da quando cioè si è manifestata la mia malattia genetica che è la retinite pigmentosa che mi ha fatto progressivamente ed irreversibilmente perdere la vista, la vita mi è sembrata una lotta, una battaglia da combattere e da vincere contro tutto e tutti.

Tuttavia, grazie alla mia famiglia, alle mie amicizie, alla fede e, lo dico in particolar modo ai nostri studenti, grazie specialmente alla scuola, ho imparato a VIVERE la vita e dunque anche la mia cecità come una GRAZIA da regalare, da donare e da mettere al servizio degli altri.

So che con questo mio breve pensiero, molto probabilmente, sto sottraendo alle nostre studentesse ed ai nostri studenti, alle nostre professoresse ed ai nostri professori, al nostro personale ATA ed ai nostri genitori del prezioso tempo al vostro studio, al vostro insegnamento, al vostro lavoro ed alle vostre famiglie, ma vi volevo soltanto ricordare, laddove ce ne fosse bisogno, che ogni vostro voto, ogni vostra lezione, ogni vostro impegno ausiliario, amministrativo e tecnico ed ogni vostra faccenda domestica, diventa AMORE se fatti per il bene dei vostri compagni, dei vostri alunni, dei vostri colleghi e dei vostri figli.

Troppe volte ci arrovelliamo e ci affatichiamo, almeno per me è stato così per lungo tempo, a dover dimostrare sempre ed ad ogni costo agli altri ed ancor prima a noi stessi che noi siamo i più bravi, i più belli, i migliori ed i più “fighi”…

Cari amici, non c’è nulla di più sbagliato e di più effimero e VANO in tutto ciò! Quello che conta, invece, è l’AMORE, che ci aiuta a fare di ogni gesto ed azione della nostra vita, anche i più apparentemente semplici e banali, un dono per gli altri e per il nostro prossimo, rendendola ETERNA ed IMPERITURA.

Proprio per tale motivo mi hanno fortemente dispiaciuto e fatto tanto male le esternazioni molto brutte e direi “mistificanti” che di recente sono state dette e scritte da certa stampa sul nostro conto, che hanno mortificato e conculcato gratuitamente ed ingiustamente il buon nome ed il prestigio della nostra intera comunità scolastica e del Liceo Megara che, dal 1945, è il vero e proprio “faro e cuore” della cultura augustana, avendo formato e formando ancora oggi intere generazioni di giovani che si sono distinte e si distinguono in ogni campo del sapere e delle professioni.

Altro che “Liceo caserma” come ci hanno soprannominati falsificando la realtà, al contrario, nella quotidianità didattica, in ogni nostra delibera ed iniziativa, ed in ogni nostro progetto, noi siamo il Liceo della diversità, della convivenza pacifica tra studenti, docenti, ATA e genitori…

Qui non c’è nessuna forma di educazione militare volta ad esaltare la guerra, al contrario, noi “megarini” siamo quelli dell’INCLUSIONE!

Per noi del Megara, la vita non è sopraffazione e discriminazione, non è tempo che passa, ma è tempo d’incontro…

L’unica vera “arma” che ci ha caratterizzato e sempre connoterà la nostra offerta formativa è l’istruzione che, parafrasando Nelson Mandela “è l’unica arma che conosciamo per cambiare e migliorare il mondo”.

Adesso non voglio più tediarvi ed annoiarvi e, con un grande abbraccio e con tutto l’affetto del mondo, vi auguro buona lettura

Il dirigente scolastico

Gianluca Rapisarda

 

                                                        Augusta, 13 ottobre 2024

*** *** ***

 

Carissimi,

Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…

E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….

Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte. Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.

Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto i miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei libri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, lo si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L’egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!

Sammy Basso

Circolari, notizie, eventi correlati